17/11/12

Pensiero

Oggi ho avuto un singolare pensiero. Dentro ognuno di noi c'è un o una protagonista, con un suo spessore, una sua personalità, la propria visione del mondo fatta su misura per lui o lei. Quando guardi una persona anonima in silenzio e pensi che non ha la faccia di uno che è protagonista della propria vita, beh potrebbe pensarlo anche questa di te mentre vi incrociate per strada, nonostante le tue 
ferree convinzioni che lo negano. Che ironia, se tutti potessero ascoltare come stazioni radio tutti i pensieri di ogni persona avrebbe i brividi da quanto si somigliano tutte nonostante le sfumature delle personalità e dei propri gusti in tutto o culture, perché dentro di noi si è instaurato come un virus questa idea comune di essere qualcuno, unici (probabilmente molti si sentirebbero snobbarsi a vicenda o sminuiti). Vogliamo tutti essere importanti, che cosa ci spaventa, se non lo siamo? Non lo so. Ma come una droga continua, somministrata da pubblicità, propaganda e idee che viaggiano alla velocità della luce nei media e ormai in tutto, siamo portati a pensare come un dogma che valiamo qualcosa. Questa è la regola fondamentale. Basta uscire per un attimo fuori dal coro per capire la verità a galla in superficie, sotto i nostri nasi per dimostrarlo. Tutto ciò che viene postato, taggato, Twittato (e chissà quante altre parole così coniate dal web, per esempio) che stiamo urlando la nostra anima per farci notare. Possiamo pure vedere che tipo di persona sei o vuoi essere, che cosa vuoi urlare. Individualisti, questo siamo. Dentro la nostra testa, SIAMO SOLI. Puoi circondarti di cose e persone che non ti aiuteranno a ricordarlo, alcune volte non ci riuscirai, altre ti sballerai fino a dimenticare chi sei. Ciò che brucia dentro me è che mi sento in prigione ogni volta che mi sento libero, perennemente insoddisfatto dei piccoli piaceri che ricerchiamo senza sfamarci del tutto. Siamo tutti MALEDETTI. Maledetti dalla nostra oscura presenza di noi stessi nella nostra personale solitudine. Diamo la colpa a qualsiasi cosa, saturi da false e vere notizie che finiamo per vedere tutto il mondo contro, perché nessuno ha la volontà di alzare il culo da una sedia per vedere con i propri occhi e sentire con la propria pelle la veridicità delle fonti di qualsiasi natura. Pigri arroganti esseri dalla parola facile per difendere le vostre ignoranze ciò che non comprenderete mai a pieno e che nessuno comprenderà mai. La libertà non esiste. L'amicizia non esiste. Tutto ciò che tocchi al di fuori te che di astratto non esiste. Persino l'amore e l'odio. Tutto è un fine per un mezzo o un mezzo per un fine. Qual'è il nostro scopo? Il senso delle nostre miserabili, insignificanti e brevi vite? Vivere, conoscere e crescere di esperienze. Questo è; e se il fine è l'esperienza, arrivare a farsi una scopata, sentirsi importanti aiutando qualcuno o provando a recitare il ruolo dell'amico per non rimanere soli in ciò che si prova o si condivide tenendoci in vita; umiliare il professore all'università che ti ha sempre visto come un essere inferiore; alimentare il proprio cuore di passioni... Beh tutte cose belle, ma non vorrei ripetermi, siamo maledettamente rinchiusi da soli nella nostra gabbia mentale, come condividere l'anima e infrangere le bariere? Alcuni ci sono riusciuti... sembra assurdo, ma imbrattando tele, e carta di simboli, lettere e colori siamo riusciti ad evadere ed ora, chiunque leggerà questa lettera, saprà di avere un amicizia più forte di tutte all'oscurità della mia vera identità. Ti ho mostrato la strada, percorrila, la tua bussola è il tuo cuore. Non sbaglia mai. Vai ora, liberati! E mostra ad altri il modo per salvarsi.
(Cit. Anonimo)

10/09/12

Sei un Graphic Designer solo se...


1. Hai quasi tamponato l’auto di fronte a te perché stavi studiando il font di un cartellone pubblicitario.
2. Mandi tutto a puttane se un pennello di Photoshop che hai appena scaricato non raggiunge almeno i 1000 pixel.
3. Quando parli con la tua ragazza, invece di ascoltarla analizzi le decorazioni sulla sua t-shirt.
4. Puoi usare le scorciatoie da tastiera anche bendato, ma non riesci a scrivere un paragrafo di testo senza fissare i tasti.
5. Consideri i pasti delle fastidiose interruzioni.
6. Pulisci più spesso la tastiera che la tua macchina.
7. Quando hai sentito che Adobe acquistava Macromedia, hai avuto un orgasmo.
8. Quando guardi la copertina di un cd, vedi solo i pennelli grunge di Photoshop. Dopo un paio di minuti, riesci finalmente a vedere la copertina.
9. Pensi ai metodi colore CMYK e RGB come Neo pensa a Matrix.
10. Hai già speso dei soldi per un font.
11. Hai dovuto spiegare al cliente che un file a livelli non era parte dell’accordo.
12. Hai raccolto un biglietto dopo un concerto per poterlo scansionare.
13. Hai dato un nome alla rotellina multicolore di MacOSX.
14. Hai intenzionalmente aumentato il prezzo di un preventivo, perché riesci ad annusare un cliente bastardo ad un miglio di distanza.
15. Non riesci ad andare al ristorante senza criticare in silenzio il design del menu.
16. Se ti dessero un centesimo per ogni click del mouse, avresti già fatto un miliardo di euro 3 anni fa.
17. Hai almeno un cliente che ne sa più di te in termini di grafica.
18. Chiedi un logo in vettoriale, invece ti girano via mail il file a 72 dpi preso dal sito web.
19. Hai già usato un font come texture.
20. Non hai un font preferito, perchè ami tutti i font indistintamente. Sarebbe come chiedere: quale dei tuoi figli preferisci?
21. Scarichi dal web quante più risorse free riesci a trovare, sicuro che un giorno ti chiederanno un progetto figo abbastanza perché si possano usare.
22. È difficile parlare delle difficoltà del tuo lavoro, quando i tuoi amici non sanno cosa vuol dire vettoriale o dpi.
23. Almeno un cliente ti ha detto: “Il logo, fammelo più grande”.
24. Almeno un cliente ti ha detto: “Quello spazio vuoto lì, non si può riempire?”
25. Conosci delle scorciatoie da tastiera che hanno bisogno di 4 dita.
26. Hai perso ore di lavoro perché l’applicazione è andata in crash proprio mentre eri in piena fase creativa e ti eri dimenticato di salvare il file.
27. Hai fatto il live-trace a qualcosa.
28. L’unica cosa che potrebbe renderti più felice della definitiva sconfitta di Internet Explorer, è la pace nel mondo.
29. Hai abbastanza font nel tuo computer per usare un font diverso, ogni giorno, per 10 anni.
30. Ti preoccupi degli spazi vuoti tanto quanto dei pieni.
31. Ricevi costantemente telefonate da parenti e amici che ti chiedono di fargli un lavoro gratis.
32. Hai avuto clienti che ti chiedevano un sito che potessero aggiornare da soli, senza sapere un cazzo di siti web.
33. Non sei mai felice al 100% dei tuoi lavori, perchè sai che ogni cosa può essere migliorata.
34. Preferisci non pagare un font che un litro di benzina.

I peggiori marchi della storia!


Progettare un buon marchio è un’operazione complicata.
Bisogna combinare estetica, concetto, originalità il tutto ridotto a sintesi.
I non addetti ai lavori però credono che basti fare un “disegnino“.
Mi immagino l’ennesima conversazione tra un cliente ottuso e il grafico ormai esasperato:
C: «Dai cosa ci vorrà a fare un loghetto, ci metti due minuti».
G: «E allora se lo faccia lei. La saluto».
E probabilmente se l’è fatto lui… E questo è il risultato: i peggiori marchi della storia!

Minimalismo


Il minimalismo non è assenza.
Il minimalismo non è il “bianco e nero”.
Il minimalismo è la sensata presenza dell’essenziale.
Per una buona grafica.

...

“Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l’universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. (…)
Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C’è sempre una novità più nuova che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma.”

I Dieci Comandamenti del Creativo


1. Un buon creativo non si rivolge ai consumatori, ma alle venti persone che a Parigi potrebbero dargli lavoro (i direttori creativi delle venti migliori agenzie pubblicitarie). Di conseguenza, ottenere un premio a Cannes o all’Art Directors Club è ben più importante che far guadagnare fette di mercato al proprio cliente.
2. La prima idea è la migliore, ma bisogna sempre esigere tre settimane di tempo prima di presentarla.
3. La pubblicità è l’unico mestiere in cui si è pagati per fare peggio. Quando proponi un’idea geniale e il cliente vuole rovinartela, pensa intensamente al tuo stipendio, poi butta giù in trenta secondi una cagata sotto sua dettatura e aggiungi delle palme nello storyboard per andartene una settimana a girare il film a Miami o Città del Capo.
4. Arrivare sempre in ritardo alle riunioni. Un creativo puntuale non è credibile. Entrando nella sala dove tutti lo aspettano da tre quarti d’ora, il creativo non deve assolutamente scusarsi, piuttosto dire: “Buongiorno, posso dedicarvi al massimo tre minuti”. Oppure citare questa frase di Roland Barthes: “Non è il sogno che fa vendere, è il senso” . (Variante meno chic: citare “la bruttezza si vende male” di Raymond Loewy). I clienti si convinceranno di aver speso bene i loro soldi. Non dimenticate mai che i clienti si rivolgono alle agenzie perché sono incapaci di produrre idee, che di questo soffrono e per questo ce l’hanno con noi. Ecco perché i creativi devono disprezzarli: i product manager sono masochisti e gelosi. Ci pagano per umiliarli.
5. Quando non si è preparato nulla, bisogna parlare per ultimivolgendo a proprio vantaggio quello che hanno detto gli altri. In qualsiasi riunione è sempre l’ultimo che parla ad avere ragione. Non perdere mai di vista che lo scopo di una riunione è lasciare che gli altri si fottano.
6. La differenza tra un senior e un junior è che il senior è pagato meglio e lavora meno. Più sei pagato più ti danno ascolto, e meno parli. In questo mestiere, più sei importante e più ti conviene stare zitto, perché meno apri bocca e più passi per geniale. Corollario: per vendere un’idea al DC (direttore creativo), il creativo deve SISTEMATICAMENTE far credere al DC che è stato il DC stesso ad averla. Per questo deve introdurre i suoi interventi con frasi del tipo: “Ho riflettuto a lungo su quello che mi hai detto ieri e…”; oppure: “Ho sviluppato la tua idea dell’altro giorno e…” o ancora “Sono tornato sulla pista iniziale e…”, mentre, naturalmente, è ovvio che il DC non ha detto niente ieri, né ha avuto alcuna idea l’altro giorno e ancor meno ha aperto piste possibili.
bis. Altro modo per riconoscere un junior da un senior: il junior racconta barzellette divertenti che non fanno ridere nessuno, mentre il senior fa pessime battute alle quali tutti ridono.
7. Coltiva l’assenteismo, arriva in ufficio a mezzogiorno, non rispondere mai quando ti salutano, prendi tre ore di pausa pranzo, non farti mai trovare alla tua scrivania. Alla minima osservazione, rispondi: “Un creativo non ha orari, solo ritardi”.
8. Non chiedere mai a nessuno un parere su una campagna. Se chiedi il parere di qualcuno, rischi SEMPRE che te lo dia. E una volta che te l’ha dato, è IMPOSSIBILE non tenerne conto.
9. Ognuno fa il lavoro del suo superiore. Lo stagista fa il lavoro del copy che fa il lavoro del suo direttore creativo, che fa il lavoro del presidente. Più sei importante, meno sgobbi (vedi sesto comandamento). Jacques Séguéla ha campato vent’anni su LA FORZA TRANQUILLA, una formula di Léon Blum ripresa da due creativi della sua agenzia finiti nel dimenticatio.
Philippe Michel è noto al grande pubblico per i manifesti DOMANI TOLGO IL PEZZO DI SOPRA, DOMANI TOLGO IL PEZZO DI SOTTO, un’idea del suo impiegato Pierre Berville. APPIOPPA tutto il tuo lavoro a uno stagista: se ti piace, te ne attribuirai il merito; se non funziona, sarà lui a essere licenziato. Gli stagisti sono i nuovi schiavi: non remunerati, passibili di ogni sopruso, licenziabili dall’oggi al domani, portatori di caffè, fotocopiatori a due zampe, usa e getta come i rasoi Bic.
10. Quando un collega creativo ti sottopone un buon annuncio, non mostrare assolutamente ammirazione per la sua trovata. Digli che è una merda, che è invendibile, che è roba vecchia, vista e stravista, o scopiazzata da una campagna inglese. Quanto ti porta un annuncio che fa cagare, digli “ottima idea” e fingiti molto invidioso.

La Morte degli Eroi


Perché Bruce Wayne è diventato Batman?
Ora Bruce Wayne era un piccolo bambino ricchissimo quando i suoi genitori vennero uccisi da alcuni malviventi proprio davanti ai suoi occhi.
In seguito a questo drammatico evento e dopo molti anni di rancore e odio represso decide che il mondo che lo aveva ferito doveva pagare per opera di un mitico salvatore.
Un eletto.
Un giustiziere della notte.
Bruce Wayne diventa allora Batman.
E cosa fa per diventarlo?
Si maschera.
Maschera se stesso.
Si maschera agli altri.
Nessuno conosce la sua vera identità.
Tranne Alfred il maggiordomo.
La sua vera coscienza e in suo inconscio sono un mistero.
Batman indossa una tuta corazzata.
Nera.
Batman indossa un mantello avvolgente.
Batman è freddo e calcolatore.
Batman è un intelligente stratega.
Batman si costriusce le armi da solo.
Batman è un supereroe che non ha poteri sovrumani.
Conta solo sulle proprie forze.
Quelle che si è costruito negli anni.
Anni di felicità apparente.
Perché Batman è un uomo.
Perché Batman è solo.
E lo ha scelto.
Per questo Batman non vuole essere scoperto dagli altri.
E vive in un rifugio.
Non vuole che le persone sappiano chi è veramente.
E cerca di allontanare chi vuole ricordargli che è solo un uomo.
E cerca di dimenticare l’unica donna che a un certo punto della sua vita gli ha fatto pensare di appendere per sempre al chiodo la sua tuta e sua la maschera.
Questa donna ora è per noi Catwoman.
Catwoman a volte sta con i buoni.
Catwoman a volte sta con i cattivi.
Catwoman semplicemente non riesce mai a trovare una sua dimensione.
Un po’ come Batman.
Catwoman è una donna gatto.
Batman è un uomo pipistrello.
Le due specie fanno parte di ecosistemi differenti ma hanno quasi tutto in comune ad esempio agiscono entrambi di notte.
Batman lo capisce che per lui Catwoman è pericolosa.
Batman si rende conto che deve uccidere Catwoman allora piomba in casa sua sfonda la finestra vede Catwoman e la blocca la sbatte in terra estrae la batpistola gliela punta alla nuca ma non spara non spara non spara perché in fondo Catwoman non è proprio una fuorilegge.
Allora Catwoman approfitta dell’indecisione di Batman per assestargli una serie di colpi terribili calci pugni gli spacca una bottiglia in testa gli distrugge una sedia sulla schiena tira fuori un coltellaccio glielo pianta nello stomaco poi fugge via sghignazzando nella notte più nera di Gotham City.
Allora Batman quasi morto ritorna strisciando nel suo rifugio.
Stacca il batcellulare e la batsegreteria.
E giorno dopo giorno guarisce.
Giorno dopo giorno Batman diventa ancora più forte.
E quando decide che è venuto il momento si mascera di nuovo ed esce nel buio di Gotham City.
Con la sua tuta da Batman.
Nuova.
Più cattiva che mai.
Con la sua batmobile.
Nuova.
Più veloce che mai.
Con la sua maschera.
Nuova.
Più misteriosa che mai.
Per non continuare a pensare ma per agire.
Per mettere in pratica quello che le voci nella sua testa gli dicono.
E le voci nella sua testa gli dicono
Uccidili tutti.

Grafici o Prostitute??


1- Lavori a degli orari bizzarri. (Come le prostitute)
2- Sei pagato per rendere felice il tuo cliente. (Come le prostitute)
3- Il tuo cliente paga tanto, ma è il tuo padrone che intasca. (Come le prostitute)
4- Sei pagato all’ora, ma i tuoi lavori arrivano fino a quando il lavoro è finito. (Come le prostitute)
5- Anche se sei bravo, non sei mai fiero di quello che fai. (Come le prostitute)
6- Sei ricompensato se soddisfi le fantasie del cliente. (Come le prostitute)
7- Ti è difficile avere e mantenere una famiglia. (Come le prostitute)
8- I tuoi amici si allontanano da te e resti solo con gente del tuo tipo. (Come le prostitute)
9- È il tuo cliente che paga l’hotel e le ore di lavoro. (Come le prostitute)
10- Il tuo padrone ha una gran bella macchina. (Come le prostitute)
11- Quando vai in “missione” da un cliente, arrivi con un gran sorriso. (Come le prostitute)
12- Ma quando il lavoro è finito, sei di cattivo umore. (Come le prostitute)
13- Per valutare le tue capacità ti sottopongono a dei terribili test. (Come le prostitute)
14- Il cliente vuole sempre pagare di meno e tu devi fare delle meraviglie. (Come le prostitute)
15- Quando ti alzi dal letto, ti dici: “Non posso fare questo per tutta la vita!”. (Come le prostitute)
16- Comunque va, te lo prendi sempre in quel posto. (Come le prostitute)
17- Non usi l’auto aziendale (come le prostitute)
18- Quando hai finito con un cliente cominci con un altro (come le prostitute).

14 punti per scoprire se siete maniaci della fotografia


1. Comprate un cane marrone per non avere problemi di esposizione con il pelo bianco o nero.
2. Il vostro dottore vi spiega che vostra figlia a 18 mesi non apre ancora gli occhi perché continuare a spararle il flash in faccia quando le scattate le foto.
3. Chiede al prete di ripetere l’aspersione perché la prima foto è venuta un po’ mossa.
4. Pulire dopo la cena significa “postprocessare” la cucina.
5. Pensate che il doppio di 4 sia 5,6.
6. Quando volete farvi fare una foto da un passante con la vostra ragazza impiegate 10 minuti per spiegargli come realizzare correttamente lo scatto.
7. Restate spesso chiusi fuori senza le chiavi della macchina e di casa, ma avete sempre la vostra fotocamera.
8. Quando la vostra ragazza vi chiede di fare una passeggiata le rispondete che la luce non è ancora buona.
9. Quando chiedete un aumento lo fate in 1/3 stop di incremento.
10. Vi basta mezz’ora per scegliere un’auto, ma 2 mesi per decidere quale 70-200 f/2,8 comprare.
11. Non ricordate un compleanno, ma sapreste citare tutte le caratteristiche di tutte le fotocamera della vostra marca.
12. Vi mettete a polemizzare quando sentite qualcuno dire che il digitale è meglio dell’analogico.
13. Avete 3 gemelli e li chiamate Diane, Ansel e Henri.
14. Dite a vostro figlio che avete speso i suoi soldi per cambiare marca del vostro corredo.