09/09/12

Social Network


Social Network.
Applicazioni che tramite la rete consentono a persone distanti nel mondo di trovare e riallacciare contatti che si pensavano perduti, di pubblicare pensieri, foto, video, insomma di mettersi in vetrina, per ritrovare vecchie amicizie o farne di nuove. In certi casi addirittura di innamorarsi perdutamente. E tutto questo viene offerto gratis richiedendo una semplice iscrizione.
Bellissimo vero?
Ma non è tutto oro quello che luccica.
Io sono Adam, la sentinella dell’informazione.
Se il sistema dell’antico Serpente avesse ordito un piano per catalogare tutte le persone esistenti al mondo, i Social Network sarebbero il mezzo ideale.
Qualsiasi cosa scriviate, ogni pensiero, ogni relazione, ogni speranza, addirittura le cocenti delusioni, vengono fedelmente trasmesse all’Azienda che vi offre gratuitamente l’utilizzo dell’applicazione.
In base al tipo di argomenti che tratterete con i vostri amici, vedrete magicamente comparire pubblicità in linea con i vostri interessi personali.
Nel giugno del 2009 decisi di comprendere perché i Social Network avessero tanto successo. E ne presi uno a caso, il più famoso: Facebook. E per farlo, seguii lo stesso metodo che usavo nel mondo reale per svolgere le mie inchieste sulle verità nascoste, ovvero indagare e diventare io stesso parte del sistema.
Divenni dunque un ragazzo qualsiasi e, forte della mia nuova identità, iniziai ad esporre i miei sentimenti.
Come ormai sapete, io provengo da una cultura talmente antica da avere assistito alla nascita delle prime religioni.
Eppure fui io stesso risucchiato in una dimensione esistenziale dove terra e cielo, realtà e finzione si confondevano riproponendo le stesse emozioni, le stesse psico-dinamiche della vita reale ma in maniera assai più vivida e intensa di quanto ci si aspetterebbe. Di qui, lo scatenarsi di una vera e propria dipendenza.
La fantasia infatti non più limitata da mimiche facciali e timidezze verbali proietta l’utente in un gioco di sentimenti in cui è facile entrare ma, una volta coinvolto, è molto difficile se non impossibile uscirne. Secoli di guerre per ottenere diritti all’indipendenza e alla privacy vengono qui bruciati in pochi attimi.
Miliardi di persone si immettono nei Social Network e, senza rendereste conto, cedono addirittura le foto dei loro cari. E sapete perché? Perché solo così si sentono vive. Facebook infatti, se vissuto pienamente, ti rende protagonista di un fotoromanzo dove sei illudente, sì ma, al tempo stesso, un illuso. Divieni un tassello di un puzzle, un gioco delle parti senza fine che in entrambi i casi può diventare anche fatalmente nocivo.
Perché accade questo? La spiegazione è molto semplice. La gente nel mondo reale è ormai talmente priva di ideali e valori costruttivi, talmente sfiduciata nel futuro che in tanti, troppi, non si accorgono di essersi cristallizzati in un buco nero affettivo dove il contatto sociale, la crescita interpersonale e lo scambio emotivo sono prossimi allo zero.
Come se non bastasse quei contatti rimasti in piedi sono più che altro di tipo lavorativo ed opportunistico. Ma l’amore, che è alla base dell’essere umano degno di questo nome, non può essere svuotato del suo significato in virtù di una sterile crescita economica piuttosto che spirituale. E così da qualche parte deve  pur proiettarsi. E quale miglior posto dei network sociali.
Su Facebook infatti, tutti sono sorridenti e brillanti, quasi tutti vogliono parlare delle loro meravigliose fantastiche vite, che non hanno. L’aberrante gerarchia di complessi che nel mondo reale anestetizza pensieri, speranze ed emozioni, nei Social Network viene invece sublimata da link e video di ogni tipo, musicali, cinematografici, di informazione alternativa, di poesie. Ma il vero segreto del successo dei Social Network risiede nel fatto che le persone tramite le chat integrate bypassano i tempi morti dolorosamente carichi di aspettative e ansie, di cui è invece pregno il tentativo di approccio ad una nuova conoscenza, quando vissuta nella realtà.
Che il Sistema abbia dunque trovato un modo definitivo per catalogare e controllare l’umanità? No. Il suo punto di forza è anche la sua debolezza.
Se si presta attenzione ai dati che vengono forniti e se lo si usa con intelligenza, è possibile sfruttare la multimedialità dei Social Network per trasmettere invece sani valori.
Io, ad esempio, veicolai l’idea di amore altruistico, non siete soli, non siete solo un bit, siete persone reali, che hanno un’anima e una sensibilità e non è vero che a nessuno importa di voi.
Facebook se usato correttamente consente di recuperare la sensibilità di persone che non aspettano altro che un richiamo per poter rispondere con tutto il loro cuore. La Società è assai meno ipocrita, fredda, egoistica e calcolatrice di quanto si creda. Quel dipinto digitale composto da aforismi e fotografie non è finzione.
È un sogno che non vede l’ora di essere liberato.
Adam Kadmon

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